PRIMAVERA, TEMPO DI SEMINE!

Il mese di aprile porta sempre qualcosa di particolare: le temperature iniziano a salire, le giornate si allungano, i fiori iniziano a colorare la natura, i torrenti portano a valle le ultime fiumane e si sente l’arrivo della primavera che bussa, come ogni anno, insistentemente alle nostre porte.

Nello stesso periodo anche il Santerno abbassa il livello, schiarisce le acque e mostra spot di pesca che fino a poche settimane prima sarebbero stati irraggiungibili.

La stagione della pesca alla trota è appena iniziata, ma la nostra storia inizia molti mesi prima ed in particolare a dicembre, dall’altra parte della provincia di Bologna, dove un gruppo di volontari è intento alla raccolta e fecondazione delle uova da trote adulte dette fattrici.

Nell’alto appennino bolognese il bosco nasconde in modo amorevole, quasi in un abbraccio materno, l’incubatoio di Panigale, di proprietà di Bologna Città Metropolitana e gestito dalla Sezione FIPSAS di Bologna tramite apposita convenzione, per la riproduzione della trota Mediterranea, l’unica considerata autoctona per le nostre acque, un ceppo assai pregiato e molto richiesto per i ripopolamenti.

La trota mediterranea è presumibilmente la specie nativa delle nostre acque, ha resistito millenni specializzandosi ai regimi di portata dei torrenti appenninici, ma poi si è arresa all’insistenza dell’uomo che ad inizio secolo, con ripopolamenti di altre specie di trote provenienti dal nord Europa, ne ha decimato la popolazione. L’uomo si è infine fatto carico di riparare in qualche modo al danno fatto, ha recuperato gli ultimi esemplari di questa specie nativa, giunti in qualche modo ai giorni nostri, ed ora ripopola i torrenti appenninici sia con le loro uova che con piccoli della specie.

Questa trota pare essere una specie a sé stante rispetto alla comune trota fario ed è spesso caratterizzata da tratti fenotipici distintivi come la fine e fitta punteggiatura, la “macchia preopercolare”, ovvero una grande macchia rotondeggiante situata nei pressi dell’opercolo ed infine la persistenza delle macchie parr, le striature trasversali caratteristiche delle trote in età giovanile, che in questo caso restano anche nel pesce adulto. In genere ha caratteristiche molto simili alla fario “atlantica”, ma è presumibilmente caratterizzata da un accrescimento meno rapido e da una lunghezza massima inferiore, anche in relazione ai torrenti di minori dimensioni in cui vive. Molte delle sue caratteristiche sono tuttavia ancora allo studio, in quanto il riconoscimento di questa specie è relativamente recente e conseguentemente anche le notizie che si hanno sono spesso incomplete e da approfondire.

Ogni inverno, come un mantra che si ripete da anni, viene eseguita la raccolta e la fecondazione delle uova. Come prima cosa le trote adulte vengono raggruppate in vasche, divise in base al sesso e alla dimensione.   

Successivamente, manipolate da mani esperte, vengono raccolte le uova e fecondate, per poi essere poste nelle centrifughe dove si attende il naturale processo di sviluppo che porta dall’ uovo all’ avannotto.  

L’uovo fecondato accresce la sua dimensione per poi attendere lo sviluppo del pesce al suo interno per un tempo variabile in funzione della temperatura dell’acqua. Trascorso il tempo necessario, a volte anche un paio di mesi, la trota esce dall’uovo rimanendo collegata ad una sacca contenente il suo nutrimento nel successivo periodo di vita. Una volta che questo sacco vitellino è stato riassorbito l’avannotto ha ormai assunto la forma tipica della specie e dovrà procacciarsi in autonomia il cibo, alimentandosi con piccoli microorganismi ed invertebrati presenti nell’acqua.

Tra il mese di marzo e quello di aprile, in base alla temperatura dell’acqua in cui le uova si sviluppano, i piccoli avannotti sono pronti per essere liberati in natura.

Le Associazioni di pesca del territorio, Catch & Release Imola e ASP Val Santerno, con l’aiuto di alcuni volontari, hanno accompagnato le giovani trote dall’incubatoio ai torrenti dei bacini del Santerno e del Sillaro.

Sabato 10 aprile, accompagnati da una giornata soleggiata, ha avuto luogo l’immissione degli avannotti lungo l’asta dei principali fiumi e torrenti del territorio. Gli avannotti, non ancora abituati alla corrente, sono stati rilasciati nei tratti più lenti delle buchette di questi riali, ben sparsi nei vari tratti in modo che non entrino in concorrenza alimentare fra loro.

Le zone di immissione sono caratterizzate da acque adatte alla sopravvivenza delle trote, ma che magari non sono in grado di permetterne efficacemente la riproduzione annuale e per questo viene dato un piccolo contributo alla natura.

Le zone ripopolate coprono un totale di 20 km complessivi di riali per un’altezza media slm di 400 mt, in totale sono stati rilasciati 15.000 avannotti nei tratti degli affluenti del Santerno e del Sillaro, che si spera possano portare a qualche esemplare che possa poi arrivare a riprodurre in autonomia nei prossimi anni.

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